L’ ultimo precetto generale della Chiesa proibisce la celebrazione solenne delle nozze nei tempi “proibiti” ovvero nei periodi penitenziali dell’Avvento e della Quaresima. Una disposizione che, a prima vista, potrebbe sembrare un poco anomala, ma che, a ben guardare, rivela profondi insegnamenti sia sul sacramento del matrimonio che sulla santificazione dei tempi penitenziali.(…)
Al di là delle prescrizioni vincolanti e particolari della Chiesa – che a suo tempo vedemmo essersi di molto ridotte nell’attuale periodo storico – è infatti quanto mai importante cogliere e vivere il senso della penitenza cristiana, perché la sua ignoranza, dimenticanza, trascuratezza o minimizzazione produce delle nefaste conseguenze nella vita dei fedeli. (…)
L’Avvento vorrebbe aiutarci a rinvigorire, curare maggiormente e, in alcuni casi, riprendere o riscoprire l’importanza essenziale della preghiera nella vita cristiana. La preghiera, come i santi con tutta la tradizione della Chiesa attestano, è indispensabile per ottenere le grazie, per tenere viva la fede, per riconoscere i segni della presenza e della mano di Dio nella nostra storia, per conservare una dimensione profondamente religiosa dell’esistenza terrena, intesa come tempo di lavoro, lotta, prova e impegno (talvolta anche eroici) in cui ci prepariamo – compiendo bene la nostra missione – all’incontro definitivo con il celeste Sposo. A lui “renderemo la nostra anima” ed Egli ci chiederà conto della nostra sponsale fedeltà a Lui. L’Avvento ci ricorda che Gesù è venuto nella carne e che tornerà alla fine della storia. Queste due venute “universali” accadono, in modo analogo, nella vita di ogni uomo. Gesù viene in continuazione in cerca dell’uomo, viene nella sua vita, col pericolo di non essere accolto né riconosciuto, come non lo fu da molti, troppi, al tempo della sua nascita e durante la sua missione terrena. Come tutti lo vedranno nel suo secondo avvento glorioso, così ogni singolo uomo che muore e lascia questa terra, lo vedrà nel giudizio particolare. E come Cristo sarà giudice della storia, così sarà giudice di ogni persona nel giudizio particolare, dopo aver “rincorso” e cercato l’uomo, per tutta la durata della sua esistenza con la sua misericordia. Nell’Avvento, dunque, si preghi di più, si preghi meglio, o forse si impari a pregare se non lo si è mai fatto (anche se, magari, si sono borbottate frettolosamente tante preghiere). E dato che il clima adatto alla preghiera è il silenzio, si cerchi il più possibile di evitare il rumore, magari spegnendo la televisione, o la radio, o lo stereo o il computer e si trovi tempo e spazio per dedicarsi all’orazione e alla meditazione.
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“…Sono la Madre della Misericordia e desidero benedirvi, invitandovi a prepararvi a questo Natale con un cuore pieno di umiltà e di amore. Fate nascere il Mio Bambino Gesù sul peccato del mondo: Lui attende di trionfare attraverso di voi…” (8.12.1995)