Appena svegliata, alza la mente a Dio, per ringraziarlo e per offrirGli le opere della giornata. Se puoi, ascolta la S. Messa prima di andare al lavoro; è uno dei maggiori guadagni che puoi fare, specialmente se ricevi la S. Comunione.
Durante il lavoro solleva il pensiero a Dio e sopporta la fatica in penitenza dei peccati. Nelle contrarietà tieni a freno la lingua; così eviterai tante mancanze. Se un povero a te si presenta, non mandarlo a mani vuote; se non puoi dare molto, dà almeno poco. Fa’ in modo di trovare il tempo di recitare il S. Rosario; questa preghiera ti attira un torrente di grazie.
Non metterti mai a tavola senza aver fatto il segno della Croce. Se qualcuno ti reca offesa, perdona generosamente come Iddio perdona a te i peccati. Prima di comunicare un’opera di qualche importanza, rivolgi il pensiero a Dio e chiedi l’assistenza della Madonna, recitando un’Ave Maria.
Nelle vicende liete ringrazia Iddio; nelle cose avverse dì come Gesù nell’Orto del Getsemani: “Signore, sia fatta la vostra Santa Volontà!”. La ricompensa del bene che fai, aspettale da Dio e non dagli uomini che spesso sono ingrati. Sii di buon esempio a tutti, specialmente a chi non pratica la religione; il buon esempio è la miglior predica. Non vergognarti di vivere cristianamente; sii di fermo carattere e sarai molto stimata anche da chi forse esternamente ti critica. I vili sono disprezzati da Dio e dagli uomini. Non fare uscire dalla tua bocca parola poco delicate. Usa buona maniera con tutti, specialmente con quelli di casa tua e sopporta con pazienza i difetti dei familiari. Ringrazia ogni sera il Signore dei favori ricevuti lungo il lungo giorno.
Non andare mai a letto senza farti questa domanda: “Se questa notte morissi, come mi troverei davanti a Dio?” … Se la coscienza tua è serena, piglia pure dolcemente riposo. Ma se qualche grave peccato ti rimorde per amore del cielo, non chiudere gli occhi al sonno senza aver prima fatto un atto di dolore perfetto col proposito di confessartene al più presto!
(Tratto da “I Quindici Venerdì” di Don Giuseppe Tomaselli)