“…Confidino i popoli nell’immagine di Mia Madre perché tutti riceveranno grazie su grazie!
Si sappia, tra i figli dell’uomo, che il Cuore della Mia Santissima Madre è stato il Mio grande Santuario in terra ed oggi nei Miei Cieli continua ad essere il Mio gioiello che miro e rimiro senza stancarMi. Il Mio Cuore non potrebbe mai separarsi dal Suo e così, perfino nel sacrificio eucaristico, Ella è accanto ad ogni Sacerdote per ripararMi, per adorarMi, unendo la Sua preghiera a quella di un Me stesso (il sacerdote) in terra…” (Gesù a Debora 18.09.1999)
“… Ti dissi che Maria è il Mio Secondo Cuore ardente nel quale riverso le Mie dolcezze e dal quale attingo riparazione e tenerezze che gli uomini Mi negano con tanta ingratitudine. Oggi ti dirò che Lei, grembo che ha contenuto la Grazia per esserne piena, può essere chiamata, invocata come seno del Padre, poiché ha dato al mondo il Figlio di Dio, Figlio della stessa sostanza del Padre!
Io vi dico: può veramente essere ritenuta il grembo materno di Dio, poiché creata dall’Amore del Padre, pensata per Grazia nella Grazia.
Maria ed Eva, pensate per proseguimento della perfezione di Dio, erano diverse e tale diversità consisteva nel fatto che la Mia Santissima Madre, come “Sorgente”, doveva far fluire sull’umanità la Luce corredentiva che si associava al Sole della Mia Redenzione.
Eva, per Amore Divino creatura umana e privilegiata, fu causa del grande peccato.
Maria, creatura umana ma divinizzata, poiché fu causa della Salvezza e della riparazione dell’antica disobbedienza.
Figlia Mia, puoi dirlo a coloro che incontrerai di diverso pensiero religioso, che la Trinità è perfetta nelle Tre Persone, ma Colei che ha partorito Dio è amata di un amore simile col quale il Padre ama Sè Stesso e il Figlio dilettissimo.
Il Padre Santo L’ha pensata così com’è: “Candore purissimo”, e dopo L’ha attratta a Sé eternandoLa nella Gloria del Regno, perché imperasse su di Esso. Come la terra riprende in sé ciò che ha fatto fiorire, il Padre Mio ha assunto a Sé l’opera magnifica del Suo Cuore perfettissimo, che crea ancora perché tale perfezione si rinnovi senza fine…” (Gesù a Debora, 25.12.1997)