Come immaginare i sentimenti di Maria, nell’ascoltare dalla bocca di Pietro, Giovanni, Giacomo e degli altri Apostoli le parole dell’Ultima Cena: « Questo è il mio corpo che è dato per voi » (Lc 22, 19)? Quel corpo dato in sacrificio e ripresentato nei segni sacramentali era lo stesso corpo concepito nel suo grembo! Ricevere l’Eucaristia doveva significare per Maria quasi un riaccogliere in grembo quel cuore che aveva battuto all’unisono col suo e un rivivere ciò che aveva sperimentato in prima persona sotto la Croce. « Fate questo in memoria di me » (Lc 22, 19).
Nel « memoriale » del Calvario è presente tutto ciò che Cristo ha compiuto nella sua passione e nella sua morte. Pertanto non manca ciò che Cristo ha compiuto anche verso la Madre a nostro favore. A lei infatti consegna il discepolo prediletto e, in lui, consegna ciascuno di noi: « Ecco tuo figlio! ». Ugualmente dice anche a ciascuno di noi: « Ecco tua madre! » (cfr Gv 19, 26-27).
Vivere nell’Eucaristia il memoriale della morte di Cristo implica anche ricevere continuamente questo dono. Significa prendere con noi – sull’esempio di Giovanni – colei che ogni volta ci viene donata come Madre. Significa assumere al tempo stesso l’impegno di conformarci a Cristo, mettendoci alla scuola della Madre e lasciandoci accompagnare da lei. Maria è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche. Se Chiesa ed Eucaristia sono un binomio inscindibile, altrettanto occorre dire del binomio Maria ed Eucaristia. Anche per questo il ricordo di Maria nella Celebrazione eucaristica è unanime, sin dall’antichità, nelle Chiese dell’Oriente e dell’Occidente. Nell’Eucaristia la Chiesa si unisce pienamente a Cristo e al suo sacrificio, facendo suo lo spirito di Maria. È verità che si può approfondire rileggendo il Magnificat in prospettiva eucaristica. L’Eucaristia, infatti, come il cantico di Maria, è innanzitutto lode e rendimento di grazie. Quando Maria esclama « L’anima mia magnifica il Signore e il mio Spirito esulta in Dio mio salvatore », ella porta in grembo Gesù. Loda il Padre « per » Gesù, ma lo loda anche « in » Gesù e « con » Gesù. È precisamente questo il vero « atteggiamento eucaristico ». Al tempo stesso Maria fa memoria delle meraviglie operate da Dio nella storia della salvezza, secondo la promessa fatta ai padri (cfr Lc 1,55), annunciando la meraviglia che tutte le supera, l’Incarnazione redentrice. Nel Magnificat è infine presente la tensione escatologica dell’Eucaristia. Ogni volta che il Figlio di Dio si ripresenta a noi nella « povertà » dei segni sacramentali, pane e vino, è posto nel mondo il germe di quella storia nuova in cui i potenti sono « rovesciati dai troni », e sono « innalzati gli umili » (cfr Lc 1,52). Maria canta quei « cieli nuovi » e quella « terra nuova » che nell’Eucaristia trovano la loro anticipazione e in certo senso il loro « disegno » programmatico. Se il Magnificat esprime la spiritualità di Maria, nulla più di questa spiritualità ci aiuta a vivere il Mistero eucaristico. L’Eucaristia ci è data perché la nostra vita, come quella di Maria, sia tutta un magnificat!
Giovanni Paolo II da Ecclesia de Eucaristia!