La fede per essere credibile, deve essere vissuta in tutti i particolari della vita, come frutto di un incontro con il Signore. Lo diceva Caterina da Siena: “Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!”. Quando si è incontrato Gesù, tacere è insopportabile!
La fede è un dono che cresce tanto più forte e rigorosa quanto più viene data e testimoniata. La fede non diminuisce ad essere data. Al contrario, si moltiplica e aumenta quanto più incisiva è la testimonianza! […]
Testimoniare è far traboccare al di fuori di sé la gioia di un incontro che si è fatto in prima persona. Essere testimone è annunciare con la parola e soprattutto con la vita, Gesù Cristo, la sua vita, il suo messaggio. L’autentico testimone è uno che trova il proprio modello in Gesù, il testimone del Padre che non diceva nulla di se stesso, ma parlava così come il Padre gli aveva insegnato.
Il testimone deve essere attento a non annunciare se stesso per attirare a sé le persone a lui affidate, al punto di offuscare Gesù. Qui si nasconde la sottile tentazione di voler essere al centro dell’attenzione!
Ogni testimone non può indicare altro che Cristo, come Giovanni Battista che mostra l’Agnello di Dio, per poi scomparire e lasciare tutto lo spazio a Cristo.
Un’altra caratteristica del testimone consiste nella qualità del suo annuncio: non si limita a trasmettere solo le informazioni o nozioni più o meno teoriche, ma si lascia coinvolgere personalmente dal messaggio che propone. E’ attraverso la coerenza delle sue scelte di vita, che diventa attendibile punto di riferimento.
La testimonianza della fede non è l’affare di uno solo. Se è vero che ciascuno deve fare la sua parte, è tutta la Comunità che irradia Cristo: “la testimonianza di uno solo porta la sua firma, la testimonianza della Comunità porta la firma di Cristo!”(Madeleine Delbrel).
Eppure fare il testimone oggi comporta tanta fatica! Ad esempio, quanto coraggio ci vuole per andare a messa la domenica quando in casa nessuno ci va; o dedicare del tempo gratuitamente per gli altri quando gli amici si divertono; o fare delle scelte diverse quando tutti la pensano uniformemente! Colui che annuncia Cristo va spesso contro corrente, come se il messaggio della gioia e della pace proposto dal Vangelo andasse contromarcia rispetto al messaggio facile e compromettente del mondo! Quanto è scomodo sentirsi ‘persona insolita’!
L’istinto sarebbe di confondersi nell’anonimato della massa per essere come tutti, compromettersi come tutti e come tutti andare dietro al… gregge!
Ma, per definizione l’uomo di fede è ‘diverso’, perché se tutti hanno una bussola con delle lancette che indicano le cose della terra, il cristiano ha una bussola che indica il Cielo. Il Cielo è diventato la sua meta per rispondere ad un invito, quello che ha ricevuto attraverso la fede. Ed è l’unico, tra tutti gli inviti, al quale vuole assolutamente rispondere con la sua presenza.
“Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo.E questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede” (1 Giovanni 5, 4). Vivere la fede è un’avventura, è la più Alta avventura dell’uomo perché è camminare al Passo del Dio Vivente!… Che fatica!… Almeno che sia Dio stesso a portarci sulle sue spalle! (Cfr. “Come si fa a credere?” di PADRE STEFANO ROZE – Edizioni Cantagalli)
Le anime chiamate a testimoniare al mondo il messaggio che Dio ha affidato loro, non hanno avuto mai vita facile. Derisi e rigettati dalla società persino dai sacerdoti son si sono mai arresi nel testimoniare l’Amore che Dio ha per l’umanità.
È il caso anche di Debora che da vent’anni annuncia il messaggio della riparazione eucaristica che la Santissima Vergine dell’Eucaristia le ha affidato.
Attraverso la sua esperienza Dio ha riconciliato a Sé molti cuori. Nella sua missione non si risparmia mai in fatiche e preghiere e nonostante gli impegni familiari, non nega a nessun anima il conforto spirituale.
La testimonianza del suo mistico incontro con Gesù e la Vergine Santissima è luce per migliaia di persone. Ha camminato in lungo ed in largo per l’Italia raggiungendo persino lontane terre straniere per portare a tutti la “luce” della Divina Sapienza.
Ed ancora oggi non si stanca di pronunciare il suo quotidiano “fiat” a Colui che le ha conquistato il cuore. Appesantita da continue avversità e attacchi denigratori contro la sua persona, con coraggio e fedeltà va avanti immolandosi quotidianamente sulla Croce di Cristo.
Chi la conosce più da vicino spesso l’ha vista sofferente, stanca ed affaticata, segno delle continue lotte che è costretta a combattere per far emergere la Verità Divina per la salvezza delle anime.
“Fermatevi a contemplare la Mia Provvidenza espressa al Mio “mezzo”, voluto così sofferente, affinché siate più decisi e convinti nella fede, testimoniandola, con coraggio, al mondo, come fecero i Miei dodici, una volta”(Gesù 17.06.1993)
Testimoniare esperienze mistiche si sa è un compito arduo ma allo stesso tempo si ha la consapevolezza di essere aiutati dall’Alto.
Giovani e meno giovani hanno sempre tratto beneficio dall’incontro con Debora. Beneficio spirituale che li ha portati a ritornare in Chiesa e alla vita sacramentale persa ormai da tempo, segno questo dell’intervento divino su di lei.
Molti purtroppo, specie gli abitanti del paese, non accettano un simile dono celeste con la triste conseguenza che ella sia quasi reietta dalla società.
Forse può sembrare isolata, ma non è sola: è accompagnata dalle tantissime persone che le vogliono bene e sostenuta dalle preghiere.
Forse può sembrare abbandonata, ma è assistita dalla Divina Grazia che la sorregge.
Forse può sembrare atterrata, ma non distrutta perché Dio non permette mai che si distrugga il progetto di salvezza per l’umanità.
Chi l’ha conosciuta può testimoniare la sua assoluta umiltà nel servizio divino, semmai forse è stato travisato l’entusiasmo di chi ha ricevuto il dono di riconciliarsi con Dio dopo averla ascoltata.
Ella non ha messo mai avanti il suo io, ma Dio.
Il fuoco d’Amore che le brucia dentro la fa soffrire profondamente nel momento in cui l’anima non accetta la grazia divina.
Nella sua missione non mancano momenti di sconforto ma la tenacia e la caparbietà le permettono di andare avanti per amore del Divino Maestro e della Chiesa intera.
La testimonianza di Debora è solo la punta del progetto di salvezza di Dio a Manduria. Chi ha conosciuto e beneficiato dei frutti meravigliosi della Vergine dell’Eucaristia ha il dovere di non lasciarla sola e di sacrificarsi per il medesimo fine: portare anime a Dio.
Tutta la sua vita è intrisa della sua missione dalla vita personale alla vita familiare divenendo così luce per gli altri. Non ha scelto per sé e la sua famiglia la via dell’agiatezza ma quella dell’umiltà e della semplicità. Non ha scelto per sé e la sua famiglia la via della spensieratezza ma quella dell’impegno evangelico. Tutto ciò diventa un esempio tangibile della grazia divina che illumina le anime che la circondano.