Dio, amante dell’umiltà, ama manifestarsi nella semplicità delle cose. Dio ama scegliere ciò che nel mondo pare senza valore. I Suoi piccoli figli, confusi, senza né forza né potenza, nelle mani Sue diventano frecce acute che, tese dall’arco, diventano Suoi strumenti importanti.
La Madonna, presentandosi a Manduria col primo titolo di Vergine dell’Eucaristia apre una strada di conoscenza molto importante per i secoli futuri. Ella vuole soprattutto sanare la piaga dell’irriverenza al Santissimo Sacramento; con Gesù inizia e termina la nostra vita.
Maria ci insegna come le nostre edificazioni diventeranno costruzioni vere se basate sull’umano fare e sull’umano pensare, ma penetrando la pienezza del Mistero Eucaristico, vivendo la nostra vita alla Sua presenza. La Vergine dell’Eucaristia è Colei la quale comunica proprio ad ognuno di noi la grande gioia di partecipare al mistero della Redenzione di Gesù.
Diventando noi anime corredentrici comunicheremo al prossimo la gioia di essere anime ostie per la salvezza nostra e di tutto il mondo. Tale gioia si sviluppa in una mutua donazione che è fecondata in una terra di preghiera, di sacrificio, di abnegazione.
Per capire il mistero di questa chiamata ci dobbiamo avvicinare con semplicità alla radice di noi stessi. La Madonna chiama il mondo perché il mondo possa conoscere l’origine della sua creazione.
Prima di giungere a ciò dobbiamo cercare di capire quello che Maria Santissima dice ai giovani del 2000: “Voglio che tu diventi un’anima ostia”. È possibile che questo messaggio possa penetrare i nostri giorni fatti di tenebre di cose vane che si consumano alla svelta? Il Signore della storia, l’Eterno, può parlare alla nostra storia e alla nostra generazione? Noi pensiamo di sì!
Il Signore Gesù già a San Francesco disse: “Francesco va’, ripara la mia Chiesa che come vedi va in rovina”. E Francesco capì l’urgenza della realizzazione di questo messaggio. Ed oggi, come allora, è necessario capire l’urgenza di corrispondere alla chiamata della Madonna.
“Diventate, dietro il Mio esempio, anime che possano vivere di purezza, di verginità”, Ella ci raccomanda. Esaminiamo dunque la vita del singolo individuo chiamato a concretizzare il messaggio della riparazione eucaristica. Chi è l’anima ostia? Qual è il tipo di programma che deve compiere? Qual è il tipo di via da percorrere?
È Gesù, il nostro Buon Pastore a venire in mezzo a noi per chiamarci ad uno ad uno. Gesù si rivolge all’anima che ascolta anche se peccatrice. È importante però che l’anima sia sensibile, ma perché la Sua chiamata sia accolta è necessario che essa sia come un vaso che possa contenere il Suoi messaggio per poter poi, tramite questa, fecondare altre anime. Lui ci parla perché sia corrisposto nel Suo Amore Crocifisso per una moltitudine di peccati. Gesù quando attira a Sé l’anima da Lui eletta come “anima ostia”, le vuole dire: “Ecco, scenderò a te ed entrando dentro di te, Io sarò lo Sposo e tu la terra feconda. Ti aprirai a me come un giardino, come una fonte sigillata pronta solamente per il tuo Sposo. Ed allora Io sarò il Dio con te e tu vivrai di Me, di ogni parola che uscirà dalla Mia bocca e imparando dietro a Me, diventerai come un piccolo bambino abbandonato nelle mani di suo padre”.
Gesù cerca anime che con slancio d’amore non vivano più per sé stesse ma, come San Paolo, il quale diceva “non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me!”.
Gesù chiama tutti, cristiani e non, credenti ed atei. Teresa del Bambin Gesù amava ripetere: “Ma è l’Amore che ti aiuta a crocifiggere te stesso”.
Se noi non scopriamo l’amore che è Gesù, se non amiamo Gesù Mistico ed Eucaristico Amore presente tra noi, non ameremo neppure noi stessi e gli altri.
Gesù invece ci insegna che noi saremo felici in questo mondo se ci ameremo secondo il pensiero di Dio. E qual è il pensiero di Dio? È amare lo spirito e sottomettere la carne; conservare il corpo in atrio di purezza perché contiene in esso la somiglianza del Padre.
Nessuno è tanto meritevole da meritare l’elezione ad anima ostia! Essa è frutto della Misericordia, è frutto dell’Amore di Gesù che per primo prende l’iniziativa di chiamare, svegliare, sposare, liberare le anime. Di conseguenza l’anima chiamata a servirlo deve solo porsi in ascolto e fare conoscere a tutti la salvezza, frutto del Sangue sparso di Gesù. Perciò l’anima ostia implorerà una pioggia di preziosissimo Sangue in cui immergere altre anime e chiamarle con la Sua chiamata. Gesù crocifigge prontamente queste anime e più le fa sue, più esse sentiranno il dolore di Colui che le ha elette per amore. E l’anima, per amore di Colui che riconosce come suo Signore, impara a soffrire volenterosamente, con grande volontà. Man mano che l’anima viene introdotta nella vita dello spirito fa suo il grido del suo Sposo: “Sitio”, perché il Signore sia amato anche da altre anime.
“Grazie alle mie offerte, al mio amore, alle mie virtù, al mio apostolato si aprono a me stessa ed al mondo grandi grazie”.
Così dirai, o anima ostia!
Siano lodati Gesù e Maria.
(dalle meditazioni di Debora)